Arriva il divieto – da parte dell'Unione Europea – di utilizzare la parola"mafia" a fini commerciali.
Il veto comunitario va a colpire in primis la catena spagnola di fast-food "La Mafia se Siesta a la Mesa" (in italiano, "La mafia si siede a tavola"), che opera in tutta la penisola iberica con circa quaranta ristoranti.
"La mafia crea empleo" ("la mafia crea lavoro") è uno degli slogan più utilizzati nelle loro campagne di comunicazione.
Dopo un'indagine conoscitiva e una battaglia di Rosy Bindi, presidente della commissione italiana antimafia, la catena spagnola è stata censurata dall'Ufficio Marchi e Disegni dell'Unione Europeache ha deciso di annullare il contrassegno numero 5510921, accogliendo un ricorso dell'Italia per l'invalidità del marchio.
Questa la motivazione: «L'accostamento del termine "mafia" manipola l'immagine estremamente positiva della cucina italiana. Inoltre la locuzione "se sienta a la mesa" è un tentativo di attribuire un carattere di benignità al nome di una delle organizzazioni più pericolose mai esistite in Italia».
E ancora: «Le organizzazioni criminali di stampo mafioso sono una chiara e presente minaccia per tutta l'Unione Europea, in quanto non attive solo in Italia ma anche in altri Stati membri, tra cui la Spagna».
Immediato il ricorso della proprietà, che rimarca come – in sintesi – l'obiettivo della catena è di attirare semplicemente un target di famiglie spagnole desiderose di mangiare italiano e che, tutto sommato, gli italiani tendono a essere un po' troppo permalosi su questo tema. In un mondo sempre più connesso, globalizzato e informato – gira e rigira – si torna infine al sempreverde stereotipo del Belpaese: "pizza, mafia e mandolino".
L'Ufficio europeo ha però confermato che «il marchio deve essere dichiarato invalido per tutti i beni e servizi in contestazione». Un divieto che non si può rifiutare.
I camerieri di uno dei 40 ristoranti "La Mafia se sienta a la mesa".