Chanel: la moda passa, lo stile rimane

La Marca più elegante del mondo compie 100 anni

Chanel fa parte di quella categoria di marchi che sono diventati marche prevalentemente grazie alle peculiarità e agli attributi intrinseci di una persona.

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Chanel

Chanel fa parte di quella categoria di marchi che sono diventati marche prevalentemente grazie alle peculiarità e agli attributi intrinseci di una persona. Il brand prende il nome dalla sua ideatrice: Gabrielle Bonheur Chanel (in seguito soprannominata Coco), la stilista francese che sovvertì il costume del XX secolo con la sua rivoluzionaria visione della donna. La maison dallo stile unico, apriva, nel 1913, cento anni fa, la prima boutique situata a Deauville, località turistica di prestigio della "Costa Fiorita" a nord della Francia.

 chanel n. 5

Coco Chanel, in una foto degli anni '30, il suo famoso "Chanel n°5" (presentato il 5 maggio 1921) che quindi questo mese festeggia ben 90 compleanni e Marilyn Monroe, la prima testimonial del profumo.

Per capire i valori del marchio è importante conoscere alcuni tratti della storia di Madame Chanel: Coco nasce illegittimamente (nel 1883 nella regione della Loira) e all’età di 12 anni viene abbandonata dal padre, un modesto venditore ambulante, in un orfanotrofio gestito da suore, dopo che la madre si ammalò e morì. Studia in una scuola d’arti domestiche e nel 1901 inizia a lavorare come commessa in un negozio di maglieria e biancheria, dove approfondisce le basi di cucito. Nonostante le umili origini, Coco, grazie alla sua voglia di lavorare (che allora veniva considerata come una bizzarria) e il suo forte carattere, iniziò a frequentare ambienti della borghesia francese, avviando così, nel 1909, la sua carriera iniziando a produrre cappelli femminili. Parliamo, naturalmente, di cappellini innovativi, di dimensioni molto ridotte rispetto all’usanza del periodo e, in particolare, senza la classica struttura di supporto. Si comincia così a intravedere l’anima “contestatrice” di Coco Chanel che, con il sostegno economico di un ricco industriale, nel 1912 apre lo storico negozio di Rue Cambon a Parigi, vendendo anche capi di abbigliamento. 

Qui, Gabrielle Chanel (meglio conosciuta come Cocò) vendeva i suoi cappelli e la sua innovativa linea d'abbigliamento. Niente corsetti riccamente decorati, merletti e fronzoli: chi vestiva (e chi veste tutt'ora) Chanel si distingueva per il gusto minimalista, pratico ed estremamente elegante.
 
Gli anni '20 e '30 del secolo scorso, furono fortemente influenzati da questo nuovo modo di vestire e, ancora oggi, possiamo vedere nuomerosi richiami allo stile unico intodotto da Cocò Chanel che, anche dopo cento anni, rimane icona e maestra indiscussa di stile.

La prima moneta dedicata a Coco Chanel

La prima moneta dedicata a Coco Chanel

La sua vita era orientata all’arte e all’innovazione, frequentò uomini celebri, del calibro di Picasso, Stravinskij e Winston Churchill, dai quali trasse continua ispirazione. L’hanno infatti resa celebre alcune sue ideazioni: il tailleur - facendo così indossare i pantaloni alle donne- e il noto profumo “Chanel N°5”, conquistando in pochissimo tempo tutto il mondo e cambiando per sempre le regole della moda.

Lo stile di Chanel era sobrio, pratico, funzionale ma al tempo stesso estremamente elegante, riuscendo a esaltare la femminilità, nonostante proponesse un vestire propriamente maschile, immaginando così una donna emancipata, libera e sicura di sé. Il logo delle due lettere ‘C’ incastrate simmetricamente, per esempio, è stato disegnato da Coco Chanel stessa, puntando su una cromia - il rigoroso accostamento del bianco e del nero - evocatrice di classe e lusso. Il coraggio di Coco, o meglio, il suo modo di essere indipendente e moderna, ha sancito la nascita dei paradigmi di uno stile esemplare, permeando così la personalità del brand Chanel, che ancora oggi incarna valori di bellezza e stile inimitabili.

I  367 bozzetti autografi in mostra, spiegano meglio di una qualsiasi relazione - espressa per iscritto o verbalmente - il lavoro progettuale che vi è dietro a ogni prodotto di comunicazione, frutto pertanto non di una semplice intuizione estemporanea o di un particolare talento artistico, bensì di un processo metodico riguardante una competenza  professionale specialistica e riconosciuta universalmente.