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Anche quest’anno Brand Finance – società leader di consulenza strategica e valutazione degli asset intangibili – ha analizzato centinaia di brand italiani basandosi sui bilanci e i dati di marketing, disponibili a novembre 2016, per stilare la Brand Finance Italy 50 2017, la classifica dei primi 50 marchi italiani.
Lo studio analizza il valore monetario e la forza con la quale influenzano le scelte dei clienti, rispetto alla media del proprio segmento a livello internazionale. «Ferrari pare aver trovato il giusto equilibrio tra utilizzo commerciale e protezione della propria brand equity. Infatti il Brand value è cresciuto del 35% a 5,5 miliardi e anche la forza del brand è aumentata», dice Brand Finance.
La moda è il settore con più valore in classifica, ma ENI è la marca italiana che vale di più, con un asset che vale oltre 10 miliardi; seguono Enel (6,5 miliardi), Gucci (6,1), Tim (5,8) e Ferrari (5,5). Completano la top ten Generali, Intesa Sanpaolo, Poste Italiane, Prada e Armani.
Complessivamente, le 50 maggiori marche italiane valgono 94 miliardi, sbilanciati sulle prime 10 che valgono oltre la metà dell'intera classifica: i dieci brand di maggiore valore hanno una influenza estremamente o molto forte sui consumatori, continuando a crescere in valore monetario. Gli altri 40 che compongono la top50 Made in Italy stanno invece perdendo valore.
In termini di forza, cioè di influenza sui consumatori, il primo posto va a Ferrari, il secondo a Enel e il terzo a Lamborghini. Gli altri brand top per influenza sono Wind, Prada, Tim, Miou Miou, Bottega Veneta e Ferrero.
«Come lo scorso anno, nella Brand Finance Italy 50 2017, le top 10 marche Italiane crescono in valore monetario anche grazie alla forza con la quale influenzano i clienti. Tutt'altra musica per le marche oltre il 10° posto che perdono mediamente il 10% in valore», aggiunge ancora Brand Finance. Per il managing director Italia, Massimo Pizzo, «la ragione della stagnazione italiana è chiaramente individuabile anche nella relativa debolezza delle nostre marche nell'influenzare i clienti, rispetto alla concorrenza». A livello estero, i 50 principali brand italiani risultano il 5% meno forti di quelli di Spagna, Francia, Germania e Regno Unito.
Una menzione a parte merita invece il caso Alitalia, il cui marchio valeva (sempre secondo gli studi di Brand Finance) 448 milioni di Euro a gennaio 2017, prima del commissariamento.
«Nell'ipotesi della cessione del solo marchio – spiega Massimo Pizzo, Managing Director Italia di Brand Finance – oltre a calcolare in maniera precisa il valore del trademark, Alitalia dovrebbe calcolare il fatturato e il margine che la marca e' in grado oggi di ricavare grazie all'influenza sui consumatori. Inoltre sarebbe opportuno modellare degli scenari per stimare il business in grado di portare una volta stabilizzati i fattori emozionali e funzionali che influenzano le scelte dei consumatori»
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Lo studio "Brand Finance - Italy50 2017" ha analizzato centinaia di brand italiani basandosi sui bilanci e i dati di marketing per stilare la classifica dei primi 50 marchi del Bel Paese. Nell'immagine, i primi 10 marchi del ranking.