Alle 11.52 di mercoledì 7 gennaio, a nemmeno un'ora dalla strage al periodico satirico francese Charlie Hebdo, viene pubblicata la scritta bianca su fondo nero inconsapevolmente destinata a una triste celebrità: "Je suis Charlie".
La potenza del messaggio, espresso in una forma semplice e mesta, è tale che l'immagine viene presto condivisa dal mondo intero, non solo come simbolo di solidarietà alla rivista francese, ma anche di libertà di pensiero e d'espressione.
L'autore, il parigino Joachim Roncin – direttore artistico del periodico "Stylist" –, che ha postato l'immagine sul proprio profilo Twitter, invita a usarla liberamente in quanto priva di copyright.
Dalle manifestazioni di Parigi a quelle Europee, "Je suis Charlie" appare sulle prime pagine di riviste e quotidiani internazionali, passando dal red carpet dei Golden Globe alla chiusura di un episodio della serie animata marcata Fox, "I Simpson", andata in onda la scorsa domenica 11.
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La piccola Maggie della serie animata I Simpson omaggia, al termine di un episodio, le vittime dell'attentato
La tragedia non ha tuttavia ostacolato i propositi commerciali: l'Inpi – Istituto Francese per la Proprietà Intellettuale – ha già ricevuto oltre 50 richieste di registrazione del logo "Je suis Charlie" mentre nel mondo virtuale, i domini internet "jesuischarlie.fr", "jesuischarlie.com" e "jesuischarlie.org" non sono più disponibili da mercoledì scorso, nelle ore successive all'attentato.
Nel frattempo, su siti e piattaforme online, sono in vendita gadget di ogni genere: per fare un esempio, RockWorldEast, che stampa magliette e felpe dai 14 ai 32 dollari, ha affermato di aver quadruplicato le vendite negli ultimi giorni grazie all'immagine che può ormai essere considerata brand a tutti gli effetti.
Ci sono comunque casi virtuosi, come Ebay e Amazon – impegnati a versare in beneficenza al settimanale i proventi – o come l'applicazione che visualizza le persone che vogliono esprimere, attraverso la stessa app, solidarietà a Charlie Hebdo (una nota sull'applicazione "Je suis Charlie": affinché potesse essere disponibile sull'App Store in tempi brevi, è sceso in campo lo stesso amministratore delegato di Cupertino Tim Cook, che ha eluso le due settimane canoniche di vaglio da parte di Apple).
In Italia, mercoledì 14 gennaio il nuovo numero di Charlie Hebdo è in tutte le edicole in allegato a "Il Fatto quotidiano". Dal ricavato dell’iniziativa sarà tratta una donazione per le famiglie delle vittime.
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La copertina del 14 gennaio 2015 (n°1178) di Charlie Hebdo, raffigurante Maometto con il cartello "Je suis Charlie" e la frase: "Tutto è perdonato".