Il brand del caffè come "Grinch" del Natale

È dal 1997 che la catena statunitense di caffè Starbucks dedica alla stagione natalizia delle tazze a tema: pupazzi di neve, renne, abeti e l’immagine di Babbo Natale sono le decorazioni alle quali il colosso di Seattle ci ha abituati nel corso degli ultimi 22 anni.

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È dal 1997 che la catena statunitense di caffè Starbucks dedica alla stagione natalizia delle tazze a tema: pupazzi di neve, renne, abeti e l’immagine di Babbo Natale sono le decorazioni alle quali il colosso di Seattle ci ha abituati nel corso degli ultimi 22 anni.

È proprio l’assenza di questi simboli nell’edizione 2015 – un semplice mug rosso con al centro il famoso logo con la sirena – ad aver scatenato la bufera tra Starbucks e parte della comunità cristiana statunitense.

Il minimalismo del design di questo Natale è stato infatti recepito da molti come un vero e proprio oltraggio alla cultura della cristianità e al rispetto della tradizione americana. Joshua Feuerstein, opinion leader evangelico dell’Arizona, parla di una vera e propria “guerra contro i cristiani”, affermando che ”Starbucks ha tolto il Natale dalle sue tazze, perché odia Gesù”.

 

Feuerstein ha inoltre pubblicato sulla propria pagina Facebook un video, che conta già più di 15 milioni di visualizzazioni e 179 mila like, invita tutti i clienti della catena a dire “Merry Christmas”, “Buon Natale”, al posto del proprio nome nel momento dell’ordinazione, facendo così in modo che i dipendenti della compagnia siano costretti a scrivere l’augurio sulle tazze (e, come immaginabile, creando una gran confusione nello smistamento dei caffè ordinati).

Dall’alto del proprio grattacielo, il candidato repubblicano alle presidenziali americane Donald Trump ha rincarato la dose: "Ho uno degli Starbucks più red

ditizi nella mia Trump Tower. Dovremmo boicottare Starbucks? Non lo so, ma intanto non rinnoverò loro il contratto di locazione", ha dichiarato con fervore a una folla di sostenitori dell'Illinois. "Se divento presidente, torneremo tutti quanti ad augurarci 'Merry Christmas’”.

Di fronte a questo malcontento generale, il vicepresidente di Starbucks, Jeffrey Fields, ha spiegato le intenzioni della compagnia: "Per il Natale volevamo delle tazze con un design semplice, la cui purezza fosse in grado di rappresentare tutte le storie, non solo quella dei cristiani".

 

Intanto su Twitter, sotto l'hashtag #MerryChristmasStarbucks, sono decine di migliaia i messaggi riferiti alla controversia: di questi, ben il 67% indicano un sentimento negativo nei confronti di Starbucks, che segue nell’affermare il desiderio di “creare una cultura di comunanza e inclusione della diversità”.

Nonostante la buona volontà dell’azienda, sui social c’è chi scrive: "Questa è una negazione della realtà storica e della grande eredità cristiana che c'è dietro il sogno americano del quale ha beneficiato anche Starbucks" e chi risponde: “Se una tazza di caffè definisce il tuo Natale, tesoro sei tu ad aver

bisogno di Gesù”.

Se per gli statunitensi, quest’anno, lo spirito natalizio si sta attivando con modalità alternative e non proprio ortodosse, a noi non resta che attendere e vedere se il 2016 porterà davvero Starbucks, dopo tanti anni di falsi allarme, in Italia.