Brand Communication: per vendere servono più video

Che i brand abbiano bisogno dei video per comunicare con il proprio pubblico è sempre più evidente: i consumatori spendono un terzo del loro tempo online guardando video, e questo dato è destinato a raggiungere il 70% del traffico mobile entro il 2021.
 

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Che i brand abbiano bisogno dei video per comunicare con il proprio pubblico è sempre più evidente: i consumatori spendono un terzo del loro tempo online guardando video, e questo dato è destinato a raggiungere il 70% del traffico mobile entro il 2021.

Ma quante marche effettivamente riescono a sfruttare questo strumento? Secondo il “Sonar Report 2016”, pubblicato da Mosaicon, solo il 27% dei contenuti prodotti lo scorso anno dai brand sono video.

L’analisi delinea una forte consapevolezza delle aziende verso una comunicazione video first, frenata però dalla complessità e dagli elevati costi del processo creativo tradizionale.

«In tutto il mondo, le aziende stanno comprendendo – come afferma Luca Di Persio, alla guida del marketing global di Mosaicoon – che usare lo stesso video per ogni canale è inefficace: lo spot tv va bene per la televisione, ma non genera engagement sui canali digitali. Le persone amano le storie, vogliono vedere tanti contenuti video differenti, che rappresentino lo spirito e l’identità dei loro brand preferiti, ma che non abbiano per forza il brand stesso come protagonista assoluto».

Ci sono, in particolare, 5 industries che risultano maggiormente propense alla comunicazione video: Pet Food, Automotive, Personal Care, Home Care e Betting risultano quelle con la più elevata percentuale di video sul totale dei contenuti comunicati.

 

Alcune tra le industries che risultano invece meno coperte da contenuti video differenziati nella propria comunicazione sono proprio quelle che presidiano un elevato numero di piattaforme social, come il Fashion, il Pharma, il No-profit e il Finance.