Il carattere Bodoni prende il nome dal suo progettista Gianbattista Bodoni (1740-1813), una delle personalità più importanti della tipografia italiana vissuto tra la metà del Settecento e inizi dell'Ottocento.
In questo carattere sono state applicate dal progettista le quattro virtù, da lui elaborate, che un alfabeto deve possedere: la regolarità(quando le lettere fanno parte di una comune costruzione che le definisce), la nitidezza (quando le lettere sono leggibili), il buon gusto (quando le lettere sono sobrie) e la bellezza (quando il progetto tipografico è stato eseguito con cura, prendendosi il tempo necessario per renderlo perfetto).
Il Bodoni è un carattere tipografico costruito in conformità a moduli geometrici, perfetto dal punto di vista delle proporzioni e anche delle correzioni ottiche. Gianbattista Bodoni impiegò l’intera vita per la sua realizzazione, con risultati sorprendenti che possiamo riscontrare nel suo alfabeto.
Le caratteristiche di questo carattere sono: un forte contrasto tra le aste, alcune spesse e altre sottili, le grazie molto fini e “moderne”, quasi perpendicolari rispetto al tratto, diversamente da quelle rinascimentali “old style” che si curvano dolcemente. Per le sue grazie, il Bodoni è definito come il primo carattere moderno
Alcune applicazioni del Bodoni.
Il suo grafismo è lineare e pulito. Le composizioni tipografiche bodoniane sono armoniose ed eleganti e la lettera, nella sua costruzione severa e studiata, contribuisce a renderle gradevoli.
Alcuni marchi che usano il font Bodoni.
Giambattista Bodoni
"Dalla maestria del punzonista dipende che le misure e le parti che possono essere comuni a più lettere siano precisamente ed esattamente le medesime in esse tutte; e questa esatta regolarità riesce grata allo sguardo che presso che sola basta a far parere bella qualunque scrittura."
Giambattista Bodoni (1740-1813) è stato uno tra i più celebri stampatori e tipografi della storia. Nacque a Saluzzo (in provincia di Cuneo) nel 1740. Suo nonno era tipografo, così come suo padre che gli insegnò l’arte del mestiere nella sua modesta officina. Giambattista si trasferì a Roma all’età di diciotto anni, dove trovò lavoro come compositore presso la stamperia di Propaganda Fide(Congregazione Cristiana per la Propagazione delle Fede).
Dieci anni dopo, andò a Parma, dove ottenne l’incarico più importante della sua vita: venne nominato direttore della Tipografia Reale di Parma, dal Duca Ferdinando. Rimase a Parma fino alla sua morte, avvenuta nel 1813. In questa città si fece conoscere per i suoi caratteri tipografici e per le edizioni da lui stampate, curatissime ed eleganti, bellissime dal punto di vista tecnico ed estetico. Pubblicò gli Epithalamia (1775), l'Anacreonte (1784), l’Oratio Dominicia (nel 1806 in 155 lingue e caratteri esotici), l'Iliade (1808), il Fénelon (1812).
L’opera che lo contraddistingue maggiormente, però, è il suo famoso Manuale Tipografico, pubblicato postumo dalla moglie nel 1818. Qui Bodoni studiò moltissimi caratteri diversi, tra cui il Baskerville e il Didot e rese noto il suo punto di vista rispetto alle caratteristiche che un buon carattere deve possedere: la regolarità, la nitidezza, il buon gusto e la bellezza. Questo manuale è tutt’oggi un esempio formidabile sia per le ricerche e gli studi tipografici sia per la composizione, la tecnica e l’estetica dell’impaginazione.